Su Aspi non si poteva fare altro. Ora serve un’Authority che vigili sulle concessioni

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Berlusoni al governo? «Si può far finta di ignorare le divisioni e i numeri risicati al Senato, o interrogarsi sulla possibilità di un confronto parlamentare con FI sulle singole questioni»

Rocco  Vazzana

«Arrivati a questo punto non si poteva trovare un compromesso migliore». Guglielmo Epifani, già segretario della Cgil e del Pd, oggi deputato di Articolo 1, commenta così la soluzione trovata dal governo su Autostrade: nessuna revoca ad Atlantia, solo un progressivo disimpegno dei Benetton le cui quote verranno acquistate da Cassa depositi e prestiti. «La situazione era diventata troppo imbarazzante, era impossibile trovare una via d’uscita differente che potesse rispondere al principio di buon senso. Abbiamo perso troppo tempo, sono passati due anni dal crollo del ponte Morandi e credo che ci saremmo dovuti muovere prima e meglio», spiega Epifani.

Bisognava revocare la concessione all’indomani della tragedia di Genova?
Avrei semplicemente forzato la trattativa prima, anche se ciò non è stato possibile soprattutto per colpa di Atlantia che ha deciso di sottrarsi al confronto. Secondo me i Benetton stessi avrebbero dovuto prendere l’iniziativa, assumendosi delle responsabilità ed evitando di finire sulla graticola.

La revoca la concessione avrebbe portato una compensazione particolarmente onerosa per le casse pubbliche. I Benetton hanno venduto cara la pelle?
Ci saremmo avventurati in un contenzioso giudiziario molto complesso e molto lungo che non avrebbe fatto gli interessi di nessuno. Per questo dico che quella individuata era l’unica via di uscita possibile. Vorrei aggiungere però che, sia pure indirettamente, la sentenza della Corte costituzionale – con cui è stato respinto il ricorso presentato da Aspi per l’estromissione della ricostruzione del ponte – in fondo fornisce una lettura chiarissima sul rapporto tra interesse pubblico e interesse privato.

La soluzione individuata dal governo però lascia ancora tanti punti da chiarire, a partire dai tempi e dai costi dell’operazione, che dipenderanno dal valore delle quote Atlantia determinato dal mercato.
Non solo. Secondo me bisogna anche cominciare a porsi delle domande più generali. Ad esempio: è giusto dare concessioni su tratti autostradali così ampi o è meglio dividere tra più soggetti queste reti? E poi: il rapporto tra ricavi, piani tariffari e investimenti regge? Infine, il sistema dei controlli in futuro come funzionerà? Perchè è evidente che è mancato in questi anni un soggetto terzo di vigilanza. In sostanza si è appaltato il controllo alla concessionaria, con grave responsabilità dello Stato.

Come può un soggetto privato eludere i controlli sulla sicurezza?
Semplicemente i controlli, di competenza pubblica, non ci sono stati. Perchè il rapporto di potere tra concessionario ed ente controllore era rovesciato, chi aveva in mano la concessione determinava anche le modalità di controllo. Per questo serve un’Authority che abbia la forza e la competenza per vigilare.

Per Alessandro Di Battista il potere dei Benetton è figlio dei governi Prodi e D’Alema, che hanno messo nelle mani della famiglia trevigiana l’intera rete autostradale italiana. Come esponente del centrosinistra ha qualche autocritica da fare?
Io facevo un altro mestiere all’epoca e si ricorderà la perplessità, se non contrarietà, della Cgil alle privatizzazioni. Il modo in cui fu messa sul mercato Telecom grida ancora vendetta, per quanto mi riguarda. Soprattutto perchè non è mai stata separata, la rete che è il vero bene pubblico del settore. Ma riconosco che altre privatizzazioni, come quelle di Enel e Eni, diventate giganti sul mercato ma sotto controllo pubblico, sono state fatte con grande accortezza. Quello che io rimprovero ai governi di allora è proprio questo: non aver fatto le cose bene allo stesso modo per tutti.

Creare una public company per Autostrade significa fare le cose per bene?
La public company, in realtà, significa una società gestita da tanti soggetti, non necessariamente pubblici, senza nessun socio in posizione di controllo. Public vuol dire semplicemente partecipato.

Non è però il caso della nuova società che sarà controllata al 51 per cento da un soggetto pubblico…
Io non sono contrario a una presenza pubblica, l’importante è che le cose poi vengano fatte bene. Del resto stiamo parlando di monopoli pubblici naturali, ci sta che rimangano in mano al pubblico, magari a gestione mista.

I dipendenti di Atlantia possono sentirsi tutelati?
Questa soluzione dovrebbe evitare controccolpi per i lavoratori. Dunque credo di sì.

Sui Benetton il presidente Conte, ormai maestro di mediazione, è riuscito a non scontentare nessun partito della maggioranza. Dal pantano Autostrade il premier esce rafforzato?
Credo che questa operazione dia maggiore forza a tutto il governo, compreso, ovviamente, il presidente del Consiglio.

Una settiamana fa lei ha sposato la “linea Prodi” su Berlusconi, generando più di un mugugno tra le file di Leu. Il leader di Forza Italia resta l’innominabile per i suoi compagni di viaggio?
Si può far finta di nulla e ignorare le divisioni interne al governo e i numeri risicati al Senato oppure interrogarsi. In una situazione drammatica come questa, le elezioni, sale della democrazia, andrebbero evitate ma allo stesso tempo non mi convincerebbe un governo con dentro tutto e il contrario di tutto.

Invece Forza Italia è compatibile con la maggioranza?
La mia valutazione è questa: se il centrodestra di dividesse sull’Europa, si potrebbe aprire un confronto con Forza Italia sulle singole questioni. Non penso a un allargamento della maggioranza, ma alla possibilità di un confronto parlamentare con Berlusconi per consentire al governo di proseguire la legislatura. Niente di più e niente di meno.