Appuntamento sabato mattina a Napoli: il contributo delle professioni, dell’università e del mondo dell’arte alla nascita di Art.1 Movimento democratico e progressista

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Appuntamento a Napoli sabato mattina 11 marzo per la riunione di un primo nucleo di rappresentanti del mondo della ricerca, dell’università, delle professioni e dell’arte che intendono condividere e partecipare al percorso di formazione di Art. 1 Movimento democratico e progressista. Tra i diversi promotori il notaio Dino Falconio, il professore Eugenio Mazzarella, il musicista Filippo Zigante, il professor Giuliano Laccetti e il professor Giovanni De Simone.
 
Le conclusioni saranno tenute da Guglielmo Epifani, presidente della commissione Attività Produttive della Camera e parlamentare di Art. 1 Mdp.
L’appuntamento si svolgerà nella Casa del Giovane in via Pignatello 14 a partire dalle ore 10 del mattino.
“Da qui partono tre messaggi” si legge in un manifesto redatto in vista di questo confronto dal gruppo di professionisti, docenti universitari, ricercatori, amministratori, artisti e imprenditori napoletani: “Affermazione della legalità; attenzione alle periferie urbane; centralità delle nuove generazioni in una prospettiva di riscatto e valorizzazione sociale”.
“Sentiamo forte il bisogno di rinnovare l’impegno politico ponendo al centro i valori di democrazia, libertà e solidarietà” si legge nel manifesto: ”Concepiamo la partecipazione democratica alla politica come servizio alla comunità, confidiamo nella politica come sede di risoluzione dei problemi e riteniamo che l’agire politico debba essere aggregante e non divisivo, ma sulla base di valori e interessi condivisi”.
I promotori puntano esplicitamente alla creazione “di un movimento aperto”: “Ci uniscono l’imperativo etico della lotta alle disuguaglianze e la convinzione di coltivare attraverso il lavoro la dignità della persona”.
“Il disegno di arretramento delle tutele ha generato forti diseguaglianze, come l’impoverimento del ceto medio, l’incertezza del futuro delle nuove generazioni, le difficoltà di una dignitosa vecchiaia per vaste fasce di pensionati e la monetizzazione di ogni valore ancorché puramente morale.
Bisogna – affermano tra l’altro i promotori dell’iniziativa –  ritornare a investire sulla dignità del lavoro, sull’istruzione e sulla ricerca, sul futuro dei giovani, sul mondo reale della produzione di beni e servizi. Ma questo non può che avvenire attraverso la messa a sistema delle competenze da cui spesso invece si rifugge, perché l’onestà intellettuale è avversaria delle decisioni già prese”.    
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