Segretario, mentre inizia il dibattito parlamentare sulla legge di Stabilità il Pdl alza i toni. Brunetta dice: «Se sulle tasse non si cambia il governo non c’è più». È possibile un accordo?
«Il centro-destra ha la chiara tentazione di fare della legge un banco di prova per forzature politiche. Dobbiamo fare un mezzo miracolo, che consiste nel dare più senso alla manovra, provare a venire incontro a molte delle critiche che le sono piovute addosso e togliere ogni alibi al centro-destra».
Le critiche sono fondate?
«La direzione è giusta, ma quel che ho via via compreso della sua impostazione è che c’è un po’ di tutto e poco di tutto. Invece bisogna rafforzare delle scelte».
Cosa sceglierà il Pd?
«Anzitutto ci vogliono più investimenti. Nella manovra qualcosa c’è, ma poiché nei documenti ufficiali il governo stima per il 2014 una crescita dell’1,1%, e noi consideriamo quella stima molto ottimistica, occorre fare di più. E si può fare con relativamente poche risorse».
Già questo è un bel problema visti i vincoli di bilancio. E poi?
«Chiediamo più giustizia sociale. Il Fondo per le non autosufficienze è al di sotto dell’anno scorso. Lo sblocco delle rivalutazioni delle pensioni più basse è timida. Manca del tutto l’attenzione alla produttività nel pubblico impiego. Come si fa a riorganizzare la macchina statale se nel frattempo si continua a chiedere ai suoi dipendenti solo sacrifici? Infine le detrazioni per il lavoro dipendente: sono troppo basse perché la gente non le viva come una beffa. Per l’anno prossimo proponiamo di restringere la platea dei beneficiari a 23mila euro eventualmente alzando anche la no tax area, e di riallargarla nel 2015 e nel 2016 investendoci più risorse».
La lista che ha citato è sufficiente a modificare nettamente i saldi.
«Me ne rendo conto, abbiamo calcolato che nel 2014 sono necessari circa 2,5 miliardi in più».
Dove li troviamo?
«Sono favorevole alla cosiddetta Google tax, né avrei obiezioni ad aumentare l’aliquota applicata alle cosiddette rendite finanziarie».
Il Pdl è contrario, Saccomanni ha detto che teme contraccolpi sui titoli di Stato, l’investimento preferito dai piccoli risparmiatori.
«Non si tratterebbe di un sacrificio enorme, e non sarei così preoccupato. Quando aumentò l’Iva c’era la stessa ansia, poi si è visto come è andata a finire. Tutti temevano un’impennata dei prezzi, la verità è che ormai siamo in piena deflazione».
A proposito di moneta. L’ euro è troppo forte?
«L’euro è troppo forte, la ripresa stenta, l’austerità non è bilanciata da politiche di sviluppo. È tutta la politica europea che è sbagliata. Ci dicevano che dopo le elezioni tedesche le cose sarebbero cambiate, invece non è cambiato nulla. Letta deve trovare la forza per imporre una discussione su un vero cambio di rotta. Fino ad allora dobbiamo restare nel 3% per non perdere quel piccolo margine sugli investimenti che abbiamo conquistato».
Lei augura lunga vita al governo, ma la sensazione è che viva alla giornata. Lo ammette lei quando parla di «miracolo». Berlusconi accetterà di restare al governo con il partito che avrà votato la sua decadenza da senatore?
«Dipende da lui e da come andrà a finire il dibattito al loro interno. Naturalmente c’è anche una terza ipotesi fra il procedere e la fine delle larghe intese, ovvero che il Pdl punti a logorare il governo. Eppure sono convinto che non converrebbe anzitutto a loro. La gente non ne può più di questo continuo sovrapporsi fra le questioni generali e quelle personali di Berlusconi: nel Pdl una parte ne è consapevole».
Ragioniamo di questioni concrete. Il Pdl denuncia – non a torto – che la nuova Service tax costerà più della somma della vecchia Imu e della tassa sui rifiuti.
«Noi siamo favorevoli ad evitare questo rischio. Due le strade possibili: alzare l’aliquota massima della Tasi, come propone Franceschini, lasciando ai Comuni la libertà di introdurre franchigie e detrazioni per i meno abbienti. Oppure diamo ai Comuni altri 500 milioni per coprire il minor gettito».
Lei quale preferisce?
«Siamo di fronte alla trasformazione da patrimoniale statale ad una tassa comunale in piena regola. Poiché entriamo in una fase sperimentale, meglio andare per gradi. Non vorrei trovarmi nell’assurdo logico per il quale le persone per la casa non hanno pagato nulla nel 2013, soffrono un picco nel 2014 per poi far ridiscendere la tassa solo nel 2015».
Nel governo si discute molto di ammortizzatori in deroga. Il Tesoro non vuole più stanziare alle Regioni fondi a pié di lista senza un monitoraggio della spesa.
«Sarà così, ma mi risulta che le Regioni non abbiano ancora ricevuto i fondi stanziati dal consiglio dei ministri del 28 agosto. Ritardi simili li registriamo sugli sgravi per l’acquisto dei nuovi macchinari delle imprese. Invece ci vuole una proposta per risolvere la questione degli esodati attuali e futuri, i quali diversamente finiranno per pesare ancora sul costo degli ammortizzatori».
Ha una proposta?
«Molta parte di questi costi è dovuta all’uscita forzata di lavoratori over 55-60. Se superassimo le rigidità della legge Fornero e introducessimo maggiore flessibilità sull’età del pensionamento, si eviterebbero migliaia di nuovi esodati. So che la Ragioneria potrebbe mettersi di trasverso, ma è possibile farlo senza costi enormi ripartendoli in maniera equilibrata tra lavoratore, Stato e imprese».
Il Pdl sarebbe favorevole?
«Non lo so. So però che lo sono le aziende. Una buona soluzione costerebbe meno degli ammortizzatori, sarebbe più logica ed equa. Potrebbe essere parte di un disegno di legge che accompagna la manovra».
Domani Annamaria Cancellieri sarà in aula per dire le sue ragioni sul caso della scarcerazione di Giulia Ligresti. Aspetterete allora per decidere se confermarle la fiducia? Il Pd sarà compatto?
«Abbiamo assunto una posizione seria, che è quella di attendere i suoi chiarimenti in Parlamento. Ascolteremo e valuteremo. Ciò detto conosciamo la Cancellieri da tanti anni. Ovunque ha lavorato, da prefetto, in funzioni delicate, lo ha sempre fatto con grande serietà e tutti ne hanno sempre parlato bene».
fonte: lastampa.it