Intervista di Giuseppe Colombo – Huffingtonpost.it, 23 gennaio 2019
“Il Paese ha bisogno di una Cgil forte e per questo di una Cgil unita. La prima battaglia che deve lanciare Landini è quella del lavoro e degli investimenti”.
Dalla spaccatura all’accordo tra Landini e Colla per la segreteria. Non c’è il rischio che questa frattura si possa riproporre nella stanza dei bottoni?
“Io ritengo che si sia fatta una scelta di buon senso. La piattaforma programmatica con cui si è arrivati al congresso è stata unitaria, ma strada facendo sono emerse due candidature. Si è rimediato a un problema che si era creato”.
In extremis perché fino a martedì sera era sfida a due. La conta in assemblea preoccupava?
“L’accordo è stato un passo importante perché così si è evitata una spaccatura che poteva indebolire la Cgil per un lungo periodo”.
Alla fine Landini sarà eletto giovedì, inizia il nuovo corso. L’unità dentro la Cgil è autentica?
“Credo che soprattutto in una fase di difficoltà come è quella attuale, una fase di scelte incomprensibili del governo, avere una Cgil unita sia un punto di forza”.
Insisto. Quando bisognerà prendere le decisioni, la prospettiva potrebbe essere quella di avere due visioni discordanti.
“È sempre avvenuto che dentro la Cgil ci si ritrovasse con idee diverse. Queste divisioni sono una forma di pluralismo interno. Landini e Colla potranno avere opinioni differenti su qualche problema, ma vedo tanti spazi di lavoro condiviso. Ci sono tante cose da fare. Sarà responsabilità di tutti mantenere questo accordo, anche se è evidente che la responsabilità primaria ce l’ha il segretario generale”.
Da dove deve iniziare il nuovo segretario?
“Camusso ha indicato il lavoro da fare. E c’è da rafforzare il percorso unitario anche in vista della mobilitazione del 9 febbraio. C’è da recuperare il rapporto con i giovani e i precari”.
Landini è adatto a questo nuovo corso?
“È una figura molto popolare, conosciuta e con un’esperienza molto importante”.
In continuità o in discontinuità con la stagione di Susanna Camusso?
“Landini ha usato parole di grande apprezzamento per il lavoro fatto dalla Camusso. Da questo punto di vista è chiaro che se condivide le cose che ha fatto allora si muoverà su questo solco”.
Di fronte c’è un governo che di fatto snobba i sindacati. Come si dovrà porre Landini?
“L’approccio nei confronti del governo deve essere rigoroso e fermo. Sugli investimenti, ad esempio, il governo sta facendo errori su errori. Ma quello che va rilanciato subito è il grande tema fiscale”.
Come?
“Il governo ha introdotto una flat tax per le partite Iva che penalizza il prelievo fiscale dei dipendenti. Chi non ha avuto un euro in meno in termini di tasse sono i dipendenti e i pensionati. Va lanciata una grande battaglia redistributiva. E poi c’è il tema della difesa della sanità pubblica e della condizione del Mezzogiorno”.
Sollevo un altro tema, che dentro la Cgil registra opinioni differenti. La Tav è un progetto da sostenere?
“La Cgil è da tempo a favore della Tav e spero che Landini confermi questa impostazione”.
Poi c’è Confindustria. Il presidente Boccia porge la mano alla Cgil per un provare a costruire un patto. Prendere o lasciare?
“Con Confindustria si sono fatti accordi, si tratta di attuarli. Vedo un terreno di lavoro comune sulla politica industriale, sul rimettere al centro manifattura, innovazione e lavoro di qualità. In questo schema la Cgil dovrà essere un grande punto di riferimento”.