Partire dal lavoro è stata una scelta giusta. La drammatica situazione nella quale ci troviamo è stata gestita male sia dcentrodestra che dalla complessità e debolezza del nostro sistema produttivo.
Il 2014 sarà l’anno più pesante sul versante dell’occupazione, ma se vogliamo dare un segno inequivocabile dobbiamo capire da cosa dobbiamo bisogna partire: se non si ri-innesca un ciclo di investimenti, privati o pubblici, tutti gli effetti positivi saranno inevitabilmente ritardati.
Il limite vero di questa Legge di Stabilità è proprio questo: bisogna ripartire da subito a investire. Ma allo stesso tempo bisogna che ci diciamo una cosa importante: abbiamo rinunciato a fare politica industriale.
Sono d’accordo a fare una direzione sui problemi dell’Europa, ma che non sia un’occasione in cui discutere sulla polemica riguardante l’adesione al PSE o meno. Dobbiamo capire cosa stiamo facendo, o cosa vogliamo fare, come europei e come italiani, anche in vista delle elezioni europee. Per far ciò non abbiamo ancora molte altre occasioni per preparaci soprattutto a sostenere la crescita dei populismi, anche negli altri Paesi, ma anche di chi è ostile alle politiche europee e in modo particolare all’Euro.
Il tema della riforma della legge elettorale è quello, credo, più delicato. Ho trovato intelligente l’idea di Matteo Renzi di proporre al PD una rosa di proposte che avessero un minimo comune denominatore, ma questo ha un rischio: se si avanzano tre idee che hanno un’ omogeneità di fondo, ma che sono diverse, e si incrociano tre risposte diverse non si può poi consegnare agli interlocutori la decisione su quale proposta fare. Dovremo rimanere uniti nello scegliere una comune soluzione, altrimenti saremo più deboli nell’affrontare questo passaggio delicato.