In memoria di Pietro

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Avevamo festeggiato Pietro Ingrao alla Camera in occasione dei suoi 100 anni. Lui ci aveva seguito da casa, perché da tempo non usciva più pur mantenendo la sua lucidità e la sua curiosità intellettuale e umana. Ora che se ne è andato resta il grande vuoto che solo i nostri grandi vecchi sono stati capaci di trasmettere.
Un’assenza che è piena di tante cose: una vita lunga come un secolo tra la vigilia della grande guerra e il mondo di oggi fatta di passione civile e politica, di ruoli importanti nella storia del comunismo italiano, di una fede incrollabile nella forza di trasformazione della sinistra sia in Italia da parte dei movimenti sociali di giovani e degli operai, sia sul piano internazionale da parte dei movimenti di liberazione contro lo sfruttamento e il colonialismo.

Tante riflessioni ci saranno in queste ore ricordando i punti più importanti della sua biografia politica e anche quelli controversi e contraddittori, per questo voglio invece ricordarlo per la lezione di umanità e di esempio che ci lascia: la sua umiltà, il suo modo sobrio di vita, la trasparenza con cui ammetteva i propri errori, la sensibilità che affidava ai suoi versi.
La poesia come modalità di espressione tra i suoi sentimenti e il mondo di fuori appartiene solo a lui, non ricordo uomini politici di questo livello in grado di fare la stessa scelta. Anche per questo è ed è stato tanto amato e rispettato.
La scelta dei funerali di Stato davanti alla Camera dei Deputati che presiedette in anni difficili per la storia del paese è solo un atto doveroso verso chi del luogo della rappresentanza e della sovranità democratica fece la bussola della sua idea democratica.
Dopodomani in quella piazza i tanti fazzoletti rossi al collo ricorderanno il combattente per l’eguaglianza e i diritti e il difensore del Parlamento.
Ciao Pietro!
ingrao_rosso