Certo che ci sarò, anche a difesa del sindacato

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Intervista rilasciata a Giovanna Casadio –  La Repubblica del 24 ottobre 2014

“Andare in piazza un attacco a Renzi? Io non ho mai mancato ad una manifestazione della Cgil in vita mia dal 1975, da quando ho cominciato nel sindacato con ruoli secondari.”

Guglielmo Epifani chiede cambiamenti sul Jobs Act e dice di non avere pensato affatto di disertare la manifestazione di sabato, lui che fino al 2010 della Cgil è stato segretario generale, ex segretario Pd, ora presidente della commissione attività produttive di Montecitorio.

Epifani, va in piazza quindi?

«Certo che vado alla manifestazione».

Però non ha firmato la lettera-appello degli ex segretari Cgil. Perché?

«Perché ho oggi una funzione diversa, e ho sottoscritto un documento che abbiamo voluto come corrente dem di “Area riformista”. La considerazione che abbiamo di quella manifestazione l’abbiamo messa nero su bianco in quella nota».

Anche se il documento si smarca dalla piattaforma della Camusso, non c’è un conflitto tra votare la fiducia al governo e poi manifestargli contro?

«Spesso ci sono e ci sono state polemiche su questo. Ma la piazza è un luogo dove ci sono giovani, studenti, operai, pensionati, quella piazza è una parte del paese e del nostro elettorato. Questo è il punto da tenere presente».

Non teme la contraddizione?

«La strada maestra dei rapporti tra sindacati e partiti è lastricata appunto di decine e decine di confronti e anche di discussioni polemiche. Non c’è nessuna contraddizione se quella piazza si ascolta e se si lavora per difendere lo spazio dei corpi di rappresentanza sociale, a prescindere da quello che dicono, nella loro funzione essenziale».

La funzione dei sindacati appunto, va difesa?

«Oltre al merito della manifestazione, nella nota di Area riformista abbiamo voluto battere un colpo sull’importanza dei corpi intermedi e della loro funzione. Se si indeboliscono i corpi intermedi si dà spazio al radicalismo, alla violenza, alla chiusura corporativa. Nella crisi drammatica che stiamo vivendo un formidabile compito di coesione è stato rappresentato dai sindacati. Anche il ruolo del sindacato ha contribuito a tamponare la crisi in Italia».

Non è quello che pensa Renzi.

«È quello che penso io»

Andrà alla Leopolda?

«Quest’anno no, ma l’anno scorso sono andato ed è stato interessante».

In Parlamento sul Jobs Act cosa farete?

«Accanto a interventi giusti per l’uguaglianza dei diritti, la valutazione sulle modifiche all’articolo 18 è negativa e come Area riformista ripresenteremo le modifiche già proposte al Senato. Comprendono tra l’altro la questione di preservare il reintegro almeno per i licenziamenti discriminatori e disciplinari. Naturalmente non c’è solo il Jobs Act, ma nella manifestazione ci sono anche temi che riguardano la legge di stabilità e la necessità di interventi per la crescita. Il paese ha bisogno di una politica di sviluppo e di fare ripartire gli investimenti pubblici e privati».

Con lei in piazza vanno anche molti altri dem?

«Abbiamo deciso tutti assieme come Area riformista che con diverse modalità, in vari luoghi saremo presenti e quindi parteciperemo».


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