A una nuova generazione che prende in mano il Pd, il compito di costruire un’Italia più forte

3
1960

Care democratiche e cari democratici, quando ho iniziato il mio incarico eravamo in grande difficoltà, disillusione per le elezioni non vinte, le difficoltà  sulla elezione del Presidente della Repubblica, la rottura con la nostra comunità di persone. Giornate difficili in cui sembrava conclusa l’esperienza del Partito democratico.  Poi le successive sfide per la difesa del principio di legalità, le sentenze che si devono applicare fino in fondo, fino alla decadenza di Berlusconi come atto di giustizia, non di rivalsa verso una persona.
Momenti di grande confusione come il 2 ottobre, la divisione del centrodestra in Aula.

A fronte di queste difficoltà e crisi profonde, in questi mesi abbiamo vissuto le feste sul territorio, le elezioni amministrative dove abbiamo vinto quasi dappertutto e sopratutto i momenti più positivi come il Congresso dei Circoli e le primarie dell’ 8 dicembre.

La giornata dell’8 dicembre è stata la sorpresa più grande,  per me come per tutti, perché ha visto una partecipazione straordinaria che ci ha ridato forza e convinzione. Voglio ringraziare anche da qui tutte le persone che sono andate a votare.

Al nuovo Segretario arriva un mandato forte come mai nel passato, dopo una campagna elettorale seria di tutti i candidati.

La crisi continua a colpire duramente tutto il paese. Se è vero che i ristoranti di lusso sono sempre pieni, è altrettanto vero che sono sempre più piene le mense della Caritas e sempre più numerosi i poveri. Noi davvero rappresentiamo con le nostre fragilità e contraddizioni il valore della responsabilità che vuol dire volontà di riforma. O lo facciamo noi oppure non vedo altre forze in grado di farlo. In questo abbiamo bisogno di quell’unità, anche nella dinamica democratica interna, che ci spinge a portare a compimento questo grande impegno di riforma.

Dobbiamo essere umili, aver rispetto reciproco nel pluralismo interno.

Dobbiamo tener fede ai nostri valori e alle nostre coerenze, soprattutto in questa fase dove si manifestano tensioni sociali moto dure. Un conto è ascoltare chi ci esprime le proprie esigenze, altro è sfruttare la violenza e l’uso strumentale delle proteste a fini diversi da quelli della politica. Dobbiamo essere uniti anche per questo, perché c’è una destra estrema che prova a rialzare la testa.
In sostanza dobbiamo essere coloro che scelgono il campo del rinnovamento e della forza della democrazia, della sobrietà e della serietà.

Non dobbiamo chiuderci in scelte strette, corporative, ma aprirci sempre al confronto politico, mantenendo i nostri valori e i nostri principi, non come Grillo che oggi fa le liste di proscrizione dei deputati eletti con la quota proporzionale, mentre pochi mesi fa ribadiva la correttezza del Porcellum.

Ho trovato utile il discorso per il secondo mandato del Presidente Obama: “il nostro viaggio non sarà concluso se le nostre madri, le nostre sorelle e le nostre figlie non avranno una eguale retribuzione a parità di lavoro, il nostro viaggio non sarà concluso se i nostri fratelli omosessuali non godranno degli stessi diritti per vivere le proprie vite, non sarà concluso se non troveremo un modo diverso per accogliere gli immigrati, o per dare ai i nostri ingegneri e ai nostri studenti un posto di lavoro in questo Paese, senza dover emigrare in cerca di altre opportunità. Noi dobbiamo far capire loro che c’è qualcuno che si prende cura delle loro necessità e porta avanti le loro richieste”.

Alla nuova generazione che prende in mano la direzione del più grande partito italiano e di questa comunità di persone e di valori, spetta il compito di continuare il nostro viaggio per costruire un’Italia più giusta, più forte, più coesa, da cui nessuno debba fuggire perché non trova lavoro o non ha più speranza.

Buon lavoro a Matteo e buon lavoro a noi tutti.


 

3 COMMENTS

Comments are closed.