Non possiamo militare per la parte e dividerci sul tutto

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Il congresso del Pd deve essere un confronto tra persone ma anche di programmi ed idee dove il grande popolo delle primarie sarà chiamato a scegliere tra i quattro candidati.

Mi aspetto che i quattro candidati siano in condizione per loro, ma anche per il Paese, di mettere in chiaro i punti programmatici che li differenziano nella loro sfida in modo che in questa fase il congresso sia sì un confronto tra persone, ma anche di programmi.

In questo mese succederà di tutto : la legge di stabilità, il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi e la scelta del nuovo segretario del Pd.

Dobbiamo quindi fare uno sforzo, attraverso i nostri candidati e usare questo mese per parlare al Paese di temi concreti.

Non possiamo militare per la parte e dividerci sul tutto, prima delle regole e oltre le regole c’è il valore partito.

Certo, qualche regola fra quelle messe a punto per il Congresso del Pd non era propriamente la più adatta, perché quando inizia un Congresso la platea degli aventi diritto al voto deve essere definita. Vorrei ricordare il grande rinnovamento messo in atto con il congresso, con il 95% di segretario provinciali nuovi e più giovani e 20 donne elette.

Mentre tanti parlano di rinnovamento, noi proviamo a farlo con i fatti concreti.

E a proposito della querelle sul tesseramento mi sento di poter affermare che quelle che sono accadute sono situazioni del tutto fisiologiche, credo tuttavia che lo stop del tesseramento fosse un atto giusto, e ciò non comprometterà in alcun modo il congresso in programma l’8 dicembre.

Non ci deve essere un partito di esterni contrapposto a un partito di iscritti, abbiamo bisogno di tutti  non è questione se leggero o pesante. Anche un partito leggero, inclusivo, aperto a tutti coloro che cercano una guida, ha bisogno di alcuni vincoli fondamentali di cui non possiamo fare a meno.

La legge di stabilità è sempre stata così, come i congressi, non è un pranzo di gala. Siamo in una fase tumultuosa in cui ognuno cerca di migliorare la parte che vuole e per quanto ci riguarda ci sono due obiettivi prioritari, che riguardano maggiori investimenti e più equità sociale. Nella crisi c’è chi ha perso tutto, chi non ce la fa ad andare avanti. Il Pd deve stare con queste persone.

Tra febbraio e marzo avremo l’onore di organizzare a Roma, per la prima volta, il congresso del Partito socialista europeo, segno di un’appartenenza che dice quali sono le nostre radici e i nostri legami. Il Pd deve essere un grande partito italiano ed europeo.

Se l’Europa parla con quattro lingue finisce per non parlare.

La nostra Europa non finisce alle Alpi ma nel Mediterraneo e dobbiamo volere un’Europa diversa. Basta a un’Europa a due velocità: chi ha tutto e chi perde tutto. Serve uno Stato, una realtà politica, oltre che la moneta unica.

Buon congresso a tutti, buona sfida, caro Gianni.